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Automotive: pianificare la produzione in vista della guida autonoma

pianificare la produzione nel settore automotive

Per avere un soprannome impegnativo come “Oracolo di Omaha”, probabilmente, spesso e volentieri ci ha azzeccato. Stiamo parlando di Warren Edward Buffett, storico imprenditore ed economista statunitense classe 1930, il terzo uomo più ricco del mondo. Il quale si è lasciato andare a previsioni e pensieri sul futuro dell’automotive e dei suoi processi produttivi. 

Nelle scorse settimane, infatti, Buffett è stato intervistato dalla Cnbc, una rete televisiva americana, ed in questa chiacchierata si è soffermato anche sul settore automotive. Perno del suo ragionamento lo sviluppo tecnologico in questo settore e gli eventuali riflessi che potrebbe avere in diversi settori, in primis quello delle assicurazioni, ma anche e soprattutto per chi fa parte oggi di questo mondo. Una cosa che comporterà, soprattutto, il pianificare la produzione, il dover adattare ed innovare cicli produttivi, di controllo e gestionale, a queste innovazioni tecnologiche.

Ed un punto, soprattutto, ha attirato l’attenzione dell’oracolo di Omaha, ovvero i veicoli di nuova generazione a guida autonoma: una novità che, secondo lui, porterà ad un processo di cambiamento inesorabile ed irreversibile, anche se alquanto lento. Difficilissimo, oggi, capire quali saranno i tempi per arrivare ad automobili in grado di guidare praticamente da sole, senza bisogno dell’intervento umano e rilevando in automatico la situazione dello spazio circostante. Quello che è certo, come rilevava lo stesso Buffett, è che ormai tantissime case automobilistiche stanno sviluppando delle ricerche in questo senso.

Alcune, come Volvo o Ford, hanno deciso di investire pesantemente in questo settore: l’azienda svedese ha concluso un accordo con Autoliv per sviluppare direttamente dei software per la guida autonoma da rivendere poi ad altre case mentre Ford (insieme alla cinese Baidu) ha investito qualcosa come 150 milioni di dollari in Velodyne, un produttore di sistemi Lidar che consentono alle autovetture di vedere cosa le circonda. Anche di notte. Fiat Chrysler invece nei mesi scorsi ha siglato una partnership con Google per dotare della tecnologia di guida autonoma sviluppata dal colosso di Mountain View un centinaio di nuovissimi minivan Chrysler Pacifica Hybrid 2017.

Una corsa allo sviluppo in questo senso che sta già vivendo di test e situazioni “provate sul campo” da parte di quasi tutte le case automobilistiche. Alcuni esempi nel settore automotive? Jaguar già quest’anno porterà sulle strade intorno alla propria sede inglese una serie di veicoli a guida autonoma facendoli percorrere una sessantina di chilometri, Honda invece è dal 2015 che sta testando questa tecnologia a San Francisco e si è posta come data per arrivare alla totale indipendenza il 2030. Ford vuole muoversi ancora prima, visto che entro il 2021 l’azienda vuole arrivare a sviluppare una flotta di veicoli come parte di un servizio di trasporto persone. Nel medesimo anno, il 2021, il gruppo Bmw vuole introdurre questi veicoli in Cina, mentre Toyota sta lavorando su un sistema “ibrido” fra umano e macchina. Ovvero in grado di prendere il controllo della vettura in condizioni di pericolo per il conducente come, ad esempio, un colpo di sonno.

Innovazioni tecnologiche che dovranno trovare pronti coloro che lavorano in questo ramo. Come? Iniziando a breve a pianificare la produzione e programmare l’aggiornamento dei propri sistemi produttivi ed informatici in base a quelle che saranno le necessità di controllo di questi nuovi veicoli a guida autonoma.


 

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Posted in: settore automotive